L’intervento Neuropsicologico: perchè, come e quando sottoporsi. BAW-Umbria2016, IV Giornata ‘Lo Psicologo a Servizio della Comunità’

I presupposti teorici su cui si basa l’intervento neuropsicologico sono da riferirsi ai meccanismi neuro plastici che caratterizzano il funzionamento cerebrale. Tali meccanismi di ‘adattamento’ si basano su un complesso network neurochimico che ha origine nei nuclei della base situati in profondità dell’encefalo. Una volta attivati, tali processi, pongono il cervello in condizioni di estrema flessibilità ed è proprio questa caratteristiche a renderli responsabili delle principali funzioni cognitive che modulano l’apprendimento e in ultima analisi l’adattamento agli stress ambientali. Il neuropsicologo utilizza tali meccanismi per elaborare e mettere in atto il progetto riabilitativo individualizzato, basato in prima istanza su un’attenta valutazione cognitiva-comportamentale-emotiva e socio-relazionale del contesto del soggetto. Il trattamento neuropsicologico si rende perciò necessario ed è altamente consigliato in tutte quelle patologie che colpiscono il sistema nervoso centrale, quali traumi cranici, ictus ischemici o emorragici e patologie degenerative, che esitano in disturbi cognitivi dell’attenzione, della memoria, delle competenze linguistico-comunicative oppure delle abilità prassico-costruttive. Ad oggi i modelli di riabilitazione neuropsicologica si strutturano come interventi integrati ed intensivi, andando a lavorare sulla specifica funzione cognitiva e sulla riattivazione cardiocircolatoria propedeutica all’incremento della performance cognitiva. Tutto il processo viene costantemente monitorato e riadattato alla luce dei bisogni della persona e dell’analisi della motivazione. In altre parole, affinché il cambiamento si verifichi ed il trattamento sia efficace, è necessario un esercizio continuativo, rinforzato e riadattato al feedback del paziente. Il valore aggiunto dello psicologo, specialista in neuropsicologia, per il raggiungimento degli obiettivi riabilitativi è dato dalla sua personalissima capacità di gestire la relazione terapeutica che per essere tale deve necessariamente rispettare i presupposti di autenticità e di dedizione al paziente. Ad oggi le ricerche neuroscientifiche dimostrano che il cervello conserva i meccanismi di plasticità anche in età avanzata ed è perciò in grado di riadattarsi agli shock ambientali se opportunamente stimolato.

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