Spesso ci accorgiamo di quanto sia difficile per il malato di demenza far entrare un bottone in un’asola, girare un interruttore, raccogliere qualcosa e persino camminare. Questo genere di problemi è noto con il nome di “aprassia”.
Le difficoltà di coordinazione e di manipolazione degli oggetti hanno ripercussioni sulla vita quotidiana, rendendo complicate le attività più comuni come vestirsi e lavarsi. In certi casi, il malato di demenza perde completamente la capacità di stare in piedi o di camminare, pur essendo integre le capacità fisiche. Questo succede perché, sebbene la volontà e le capacità motorie rimangono inalterate, il cervello non riesce più a trasmettere alla periferia i messaggi appropriati.
La demenza è prevalentemente collegata a disturbi di tipo cognitivo, tuttavia oltre a questo tipo di declino, anche negli stadi iniziali della malattia possono insorgere anomalie nella deambulazione. Queste anomalie includono lentezza nella camminata, ampiezza e frequenza del passo e variabilità dell’andatura.
Un gruppo di ricercatori delle neuroscienze hanno studiato e poi verificato l’esistenza di una relazione tra la deambulazione e le funzioni esecutive nei pazienti affetti da demenza, ovvero tutte quelle abilità che comprendono la pianificazione, l’organizzazione, la flessibilità, la scelta di un obiettivo e l’autoregolazione.
Questo studio permette di tenere presente le dinamiche che compromettendo l’attenzione, la forza muscolare e il controllo motorio necessario per coordinare le informazioni sensoriali e la contrazione muscolare necessaria per una deambulazione sicura e stabile.
La velocità con cui si cammina potrebbe rispecchiare la salute cognitiva. Quindi un decremento nelle prestazioni a livello delle funzioni esecutive gioca un ruolo importante nella variabilità della deambulazione nei pazienti con demenza.
Pur non conoscendo quale sia la causa del problema nella trasmissione dei messaggi appropriati tra cervello e periferia, piuttosto che la perdita di memoria o lo stato confusionale, si può offrire un’assistenza mirata, evitando forse che si verifichino ulteriori problemi.
In questa occasione vogliamo condividere la nostra esperienza e proposte a nostri ospiti per affrontare questa problematica.
Questa iniziativa è dedicata a tutti i familiari e parenti utenti della RSA San Raffaele di Troia e tutte le persone interessate a conoscere le nuove scoperte delle neuroscienze.
Per partecipare è necessario iscriversi per mail: alejandro.perez@sanraffaele.it
oppure chiamare al: 0881975811 chiedere della D.ssa Francesca Lo Storto
Contrada Fontanelle snc, 71029
Troia, Puglia
Italia
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