La demenza è un processo degenerativo dei neuroni che comporta un progressivo deterioramento delle funzioni cognitive, cioè della capacità di sviluppare il pensiero, in tutte le sue declinazioni.
Le sottili differenze nei processi patologici e/o nelle aree del cervello da cui essi hanno origine determinano un’ampia variabilità dei sintomi, che vanno dall’alterazione della memoria alla difficoltà di linguaggio fino alla perdita della parola (afasia), dalla difficoltà a mantenere la concentrazione e l’attenzione a sintomi comportamentali e addirittura a un vero e proprio cambiamento della personalità.
Il cervello è una struttura molto complessa, ancora in studio, composta da miliardi di neuroni e da una fittissima rete di connessioni.
Da sempre ha affascinato l’uomo e per questo nel corso della storia è stato oggetto di innumerevoli speculazioni filosofiche e scientifiche e da Cartesio in poi la storia delle neuroscienze è un viavai continuo tra indagine scientifica e riflessione filosofica.
Oggi, le neuroscienze costituiscono il punto di contatto e di incontro tra scienziati, medici, filosofi, artisti, biologi, fisici, sociologi, matematici, ingegneri (biomedici, informatici,…) e in generale tra tutti coloro che sono interessati al rapporto tra mente e cervello e si interfacciano con campi affascinanti come la religione, la morale, la letteratura, l’arte, le scienze sociali e la giurisprudenza.
Lo studio e la ricerca scientifica in questi ambiti si propongono di fornire nuove risposte a vecchie domande fondamentali, che accompagnano la riflessione dell’uomo sul senso della propria esistenza.
Le neuroscienze si avvalgono essenzialmente di un approccio riduzionistico nello studio dell’attività cerebrale, cioè di una modalità in base alla quale tutto ciò che esiste è nient’altro che un insieme di entità descrivibili in termini fisici. Tutto ciò favorisce una serie di riflessioni e considerazioni che ci potrebbero portare anche a rivoluzionare le nostre idee morali e l’idea stessa di uomo come essere razionale e con una autonomia di pensiero.
L’uomo è un animale sociale e la relazione interpersonale fa parte del nostro patrimonio genetico, ma lo sviluppo è certamente condizionato essendo influenzato e plasmato dalla qualità e dalla quantità di relazioni che noi sperimentiamo durante il nostro accrescimento somatico e soprattutto psico-affettivo.
Pur non conoscendo quale sia la causa del problema nella trasmissione dei messaggi appropriati tra cervello e periferia, piuttosto che la perdita di memoria o lo stato confusionale, si può offrire un’assistenza mirata, evitando forse che si verifichino ulteriori problemi.
I fattori di rischio che aumentano l’esposizione a questa condizione patologica, tra cui lo scarso grado di socializzazione. Tale fattore si trasforma facilmente in isolamento e può avere conseguenze molto sfavorevoli, incrementando le possibilità di sviluppare una forma di demenza ma anche peggiorando i sintomi di chi già soffre di questa patologia.
In questa occasione vogliamo condividere la nostra esperienza e alcune strategie proposte a nostri ospiti nel trattamento che influenza una miglior qualità di vita.
Per partecipare è necessario iscriversi mandando un'email a alejandro.perez@sanraffaele.it
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